Da Vico San Gaudioso passando per Largo SS Apostoli fino a Piazza Sant'Anna a Capuana, il decumano superiore è parte integrante della città Greco-romana. Sicuramente la parte più importante è quella delDuomo, dove è possibile ammirare la Cappella del Tesoro di San Gennaro (Santo protettore della città), il complesso archeologico del Duomo e il Duomo stesso, classico esempio di stratificazione storica. E' anche presente il palazzo Arcivescovile e l'ex convento dei SS Apostoli. Anche qui la cornice, tipicamente napoletana, non mancherà di stupirvi ed affascinarvi.
In questo decumano vi sono anche i pochi resti originali ancora visibile della Napoli greco-romana, in quanto tutti gli altri sono stati poi usati nelle strutture posteriori medioevali e moderne: da notare fra questi i resti del teatro romano appena visibili per la presenza di un arco presso Largo Avellino (altri resti, anche più cospicui, sono presenti nel cortile del palazzo vicino); in questo teatro cantò Nerone che voleva farsi ammirare da un pubblico di cultura Greca, come era in quei tempi quello napoletano. Va fatto cenno anche ad un locale in Via Carminiello ai Mannesi, usato dall'antichità ininterrottamente, attraverso il medioevo fino ai nostri giorni: negli anni '90 era adibita a stalla abusiva di cavalli da corsa illegali gestite dalla camorra.Ecco alcune delle meraviglie ammirabili in questo DECUMANO:
SANTA MARIA DI GERUSALEMME O LA TRENTATRE'
Il monastero di Santa Maria di Gerusalemme, con l'annessa chiesa del Presepe, divenuto nel 1539 sede di un gruppo di cappuccine, fu detto della Trentatrè, dal numero delle consorelle che vi potevano essere ospitate, e evidente richiamo agli anni di Cristo. Le suore appartenevano ad un ordirne di recente creazione, quello delle "francescane del Terz'Ordine", voluto da San Gaetano e di cui fu fondatore e Maria Longo, alla quale si deve anche la costruzione dell'Ospedale degli incurabili. Nel 1585, abbattuta l'originaria chiesa del Presepe durante la costruzione del chiostro, venne eretta una seconda chiesa, demolita nel 1600 per far posto a quella attuale. L'interno dell'edificio, estremamente semplice, conserva una decorazione settecentesca a stucchi. Sull'altare maggiore è posta una tavola del XVI secolo raffigurante la "Presentazione di Gesù al Tempio" inquadrata in una corona lignea di gusto tardo-barocco. Della stessa epoca la "Presentazione al Tempio di Maria", collocata in alto sul timpano. Nell'ingresso del monastero è visibile un ciclo di affreschi opera di Andrea Malinconico(1770).
SAN GIUSEPPE DEI RUFFI
Nel 1611 quattro nobili napoletane, tra cui Ippolita e Caterina Ruffo, che di recente avevano preso i voti di clausura, si trasferirono nel convento di Santa Maria degli Angeli, ribattezzandolo col nome di San Giuseppe. Nel 1669 la chiesa preesistente fu abbattuta e si cominciò a costruirne una nuova sotto la direzione di Dionisio Lazzari, che non portò a termine i lavori, interrotti nel 1674. La facciata venne completata agli inizi del XVIII secolo da Arcangelo Guglielmelli, che inserì il portico con la doppia scalinata in marmo e piperno. L'impianto è a croce latina con volta a cupola e due cappelloni simmetrici nel transetto. L'interno presenta una ricca decorazione barocca, il cui disegno è attribuibile allo stesso Lazzari. Gli affreschi della cupola, raffiguranti ilTrionfo di San Giuseppe in Paradiso, sono opera di Francesco De Mura (1741). Quelli dei pennacchi riportano gli Evangelisti, attribuiti a Paolo De Majo. Nel cappellone di Sant'Agostino decorato dai marmorai Bartolomeo e Pietro Ghetti su disegno diG.D.Vinaccia, si ammirano un dipinto di Luca Giordano (la Trinità) e due statue diGiuseppe Sanmartino (i Santi Pietro e Paolo, 1760-65).
SANTA MARIA DONNAREGINA
Le prime testimonianze su un convento di San Pietro del Monte di Donnareginarisalgono all'VIII secolo. La chiesa originaria venne danneggiata dal terremoto del 1293 e fu Maria d'Ungheria, moglie di Carlo II d'Angiò, che finanzìò la nuova costruzione. I lavori terminarono nel 1316 e segnarono l'affermazione nel regno dell'ordine di San Francesco, in coincidenza con l'adesione ad esso dei due figli di Maria, Ludovíco e Roberto. I due sono raffigurati sullo splendido monumento funerario della madre, opera di Tino di Camaíno e Gagliardo Primarìo. Nel 1390 un incendio distrusse il tetto ligneo. Nel secolo seguente gravi danni furono prodotti dai terremoti. Nel XVII secolo le monache costruirono un nuovo tempio, Santa Maria di Donnaregina Nuova, perché era adesso possibile aprire l'ingresso sul largo davanti al palazzo vescovile, in posizione di maggior prestigio. Nel 1861 il monastero fu soppresso e l'ala del convento subì molte manomissioni per allargare via Duomo. Tra il 1928 e il 1934 fu condotto l'imponente restauro. Attualmente è sede della Scuola di perfezionamento in restauro dei monumenti dell'Università di Napoli.
SANT'ANNA A CAPUANA
Nata nel XVI secolo presso la Porta Capuana come piccola cappella governata dai frati del vicino convento di San Francesco di Paola, la chiesa si e andata ampliando nel corso dei secoli. L'intervento di radicale ristrutturazione, che donò all'edificio l'aspetto attuale, fu realizzato dall'architetto Giuseppe Astarita nel 1751. L'interno è di forma circolare, a una navata con cappelle laterali. Particolarmente interessante si rivela la zona absidale con un singolare altare, situato ad un livello più alto, al quale si accede tramite uno scenografico scalone a doppia rampa. Nel vano sottostante l'altare, attualmente adibito a sacrestia, trovava posto in origine il coro. Nella cupola, un ovale incorniciato di stucchi ospita una tavola cinquecentesca, raffigurante la Sacra Famigliacon Sant'Anna, attribuita a Marco Cardisco. Dipinti del XVIII secolo, opera di Giovanni Cosenza e di Francesco Narici, ornano le cappelle della chiesa. I due organi furono realizzati nel 1753 da Carlo e Nicola Mancini.
SAN GIOVANNI A CARBONARA
L'edificio si trova in via Carbonara, nome che deriva dal termine usato nel medioevo per indicare il luogo destinato a raccogliere i rifiuti fuori dalle mura. La sua fondazione è opera della generosità del nobile Gualtiero Galeota (1343). Nei primi anni del secolo XV la chiesa fu rifatta per volere del sovrano Ladislao di Durazzo e nei secoli seguenti andò soggetta a modifiche ed aggiunte, l'ultima e più importante nel XVIII secolo. Si accede attraverso una monumentale scala ideata da Ferdinando Sanfelice. Attualmente si entra in chiesa da un ingresso laterale. Nell'interno, a pianta rettangolare, troneggia il mausoleo del re Ladislao, ricchissimo di figure allegoriche, realizzato fra il 1414 ed il 1428. Alle spalle del monumento la Cappella Caracciolo del Sole, con il monumento di Ser Gianni Caracciolo, grande siniscalco e amante della regina Giovanna. Alle pareti affreschi della scuola di Giotto con scene di vita monastica e la nascita della Vergine. Sulla destra del presbiterio si trovano la Cappella Caracciolo di Vico, la sacrestia, l'altare della Madonna delle Grazie, il monumento funebre del Miroballo.
SANTA CATERINA A FORMIELLO
La chiesa deve il nome al fatto di essere sorta vicino agli antichi formali d'acqua della città. I lavori iniziarono nel primo quarto del Cinquecento su progetto dell'architettoRomolo Balsimelli e si conclusero nel 1593. L'interno è a croce latina ad una navata su cui si aprono le cappelle. Sul finire del XVII secolo, la navata subì radicali cambiamenti che, pur non modificando le originarie linee, vi sovrapposero ornati e scene di gusto più moderno.